FORMA E FUNZIONE. LA TERAPIA MIOFUNZIONALE

Approfondimenti

01/04/2020

Da sempre l’essere umano subisce il fascino della “forma” che assumono le cose inanimate e gli esseri viventi in particolare. Tutte le arti figurative, la pittura, la scultura e l’architettura nascono dall’osservazione di come corpi e oggetti si relazionano con lo spazio.

LA TERAPIA MIOFUNZIONALE



Da sempre l’essere umano subisce il fascino della “forma” che assumono le cose inanimate e gli esseri viventi in particolare. Tutte le arti figurative, la pittura la scultura e l’architettura nascono dall’osservazione di come i nostri corpi e le cose inanimate si relazionano con lo spazio. Le forme più affascinanti e più varie sono sicuramente quelle appartenenti al mondo vivente: organismi, organi, tessuti e cellule. Varie forme con funzioni diverse. Il legame forma-funzione è infatti una caratteristica determinante degli organismi viventi e fin dai tempi di Aristotele ci si è chiesti se sia la forma a definire la funzione o viceversa se sia la funzione che determina la forma (per il filosofo greco” la forma è l’essenza stesa della vita”).

 Mentre nel “microcosmo” delle cellule e delle molecole forma e funzione sembrano influenzarsi in modo “alternato”, nel macro del sistema muscolo scheletrico è la funzione che determina la forma, soprattutto nell’età evolutiva. Pensiamo a quando ci si allena in palestra: se esercitassimo solo un bicipit, dopo un po’ di tempo non solo ci ritroveremo la muscolatura di quel braccio più sviluppata, ma le stesse ossa del braccio su cui agiscono i muscoli risulteranno più lunghe e sviluppate rispetto a quelle del braccio che viene esercitato di meno!

Se applichiamo questi concetti al cranio e alla bocca, strutture su cui convergono numerose funzioni, possiamo immaginare come tali dinamiche possano impattare sulla forma del viso e del cranio. In un precedente articolo apparso su questa rivista abbiamo parlato della masticazione e di come spesso, per svariati motivi, tendiamo a masticare molto più da un lato rispetto all’altro.  Quando questo avviene in età evolutiva ci troveremo di fronte ad un viso asimmetrico in quanto non solo la muscolatura del lato più funzionale sarà più sviluppata e quindi più “evidente”, ma la stessa emimandibola avrà dimensioni diverse da quella che lavora meno, rendendo il viso disarmonico. Funzionando così in modo asimmetrico, tutto il sistema arriverà alla fine della crescita con una asimmetria che non sarà più risolvibile e obbligherà la funzione a continuare ad essere eseguita in modo asimmetrico, fissando così definitivamente il difetto.

Questo meccanismo è appunto molto più evidente nel distretto del cranio, sia per la maggiore “visibilità” sia per il fatto che, come dicevamo prima, sulla bocca e sul cranio convergono molteplici funzioni: la deglutizione, la respirazione, la fonazione, la masticazione, la mimica, fino alle abitudini viziate (mangiarsi le unghie, masticar le labbra e le guance, serrare i denti etc…). Da tutte queste considerazioni nasce la TERAPIA MIOFUNZIONALE che consiste in un vero e proprio “programma abilitativo-rieducativo” volto a coordinare e normalizzare le funzioni per ottenere una struttura armonica.

Per quanto riguarda il distretto orale e cranico l’approccio miofunzionale si prefigge vari obiettivi che coinvolgono i vari gruppi e catene muscolari:

  • Eliminare le abitudini viziate
  • Favorire la respirazione nasale, riducendo quella orale foriera di numerose problematiche otorinolaringoiatriche e odontoiatriche
  • Rinforzare e rieducare la muscolatura del volto, labbra, masseteri e lingua
  • Correggere la deglutizione, atto fisiologico importantissimo che in età evolutiva conforma le ossa del palato e di tutta la cavità orale.



Questo tipo di approccio coinvolge varie branche della medicina e delle discipline sanitarie (odontoiatria, osteopatia, logopedia, pediatria, otorino) in un lavoro sinergico.

Noi dentisti utilizziamo apparecchi specifici per la terapia miofunzionale, dagli apparecchi “morbidi” siliconici fino agli apparecchi individualizzati in resina e metallo. I logopedisti e gli optometristi utilizzano protocolli con esercizi specifici per “allenare” e rieducare la lingua e gli occhi (mossi da muscoli che originano dalle orbite, strutture ossee che se in  tensione modificano l’aspetto del viso). Gli osteopati si occupano di “mobilizzare” le varie ossa del cranio, spesso soggette a tensioni reciproche che limitano e alterano le funzioni muscolari. La terapia miofunzionale ha come età di intervento di elezione quella dello sviluppo, essendo in grado di guidare lo sviluppo di ossa ancora molto plastiche verso forme simmetriche, armoniche e quindi stabili nel tempo. In età adulta questo non è più possibile e la terapia ha come obiettivo quello di migliorare le funzioni, limitando i danni che una funzionalità alterata può produrre sull’apparato muscolo-scheletrico e non solo…