CORRELAZIONI TRA LA MALATTIA PARODONTALE E LA SALUTE GENERALE
Approfondimenti
01/09/2019
La letteratura scientifica sta mettendo in luce ormai da anni la correlazione tra malattie della bocca e problemi cardiovascolari. Gli attacchi cardiaci sono normalmente il risultato di cambiamenti nello stato infiammatorio delle arterie che stanno attorno al cuore, le coronarie, e sono tra le principali cause di morte nel mondo occidentale.
La parodontite ed altre condizioni infiammatorie della bocca sono capaci di influenzare la comparsa o l’evoluzione di altre patologie come l’arteriosclerosi e il diabete?
La parodontite è causata da batteri che generano una risposta infiammatoria da parte dei tessuti parodontali, che sostengono e circondano i denti; ciò produce la formazione delle tasche parodontali e di ulcere gengivali tutto attorno alle radici dei denti. L’area totale di queste ferite ulcerate può variare tra i 5 e i 20 cmq, le dimensioni all’incirca del palmo di una mano. I batteri parodontali entrano continuamente nel flusso sanguigno dei capillari gengivali attraverso le aree ulcerate, per esempio quando mangiamo o ci spazzoliamo i denti.
Anche le sostanze e le tossine prodotte dai batteri riescono a raggiungere i vasi sanguigni e da qui a diffondersi in tutto l’organismo: in questo modo la parodontite può avere quindi un’influenza notevole sulla salute di organi molto importanti, anche lontani dalla cavità orale.
Alcuni batteri riescono a penetrare nelle cellule endoteliali che costituiscono le pareti dei vasi sanguigni e qui, ben nascosti al sistema immunitario, possono moltiplicarsi e infettare altre cellule dei vasi.
Queste cellule riconoscono l’aggressione batterica e cominciano a produrre sostanze che promuovono l’infiammazione e creano ulteriori punti di accesso sulla superficie cellulare per altri batteri. Ciò richiama cellule del sangue e monociti, dei globuli bianchi immaturi, che si legano alle cellule endoteliali.
Alcune delle cellule endoteliali attaccate muoiono e così i vasi sanguigni cominciano a perdere la loro naturale elasticità. Questa disfunzione della parete vasale è il primo evento che porta verso l’arteriosclerosi; il passo successivo nello sviluppo di questa condizione è la formazione di quelle che chiamiamo “Strie Lipidiche”. A questo punto, globuli bianchi attraversano la parete dei vasi e si differenziano in macrofagi, cellule immunitarie con la capacità di fagocitare (“mangiare”) i batteri, le cellule in necrosi e nuclei di colesterolo LDL. Fagocitando tutto ciò, però, si trasformano in cellule più grandi e “schiumose”; i batteri di origine parodontale favoriscono questo processo, che a lungo andare porta ad un deposito sempre maggiore di grasso nel contesto delle pareti vascolari.
A forza di riempirsi, queste cellule finiscono per morire e formano un nucleo di cellule morte nel contesto dei depositi di grasso, che continuano ad aumentare di dimensione e a richiamare altre cellule immunitarie, i linfociti T. La progressiva diminuzione del diametro vascolare produce una riduzione del flusso sanguigno e i tessuti ne subiscono le conseguenze in modo diverso a seconda delle loro funzioni e attitudini: il tessuto cardiaco, per riduzione del diametro delle coronarie, non riceve sufficiente supporto di nutrienti e ossigeno.
I batteri che causano la parodontite sono in grado di indurre la produzione di sostanze che attaccano anche lo strato di connettivo che circonda i vasi sanguigni. Come risultato del danno tissutale, i depositi a livello vascolare a volte si rompono, disseminando il loro contenuto nel torrente circolatorio e lasciando una ferita, che attiva il processo coagulatorio. Si forma così un “grumo di sangue” o trombo, che riduce ulteriormente o addirittura arriva ad occludere il vaso sanguigno: il risultato può essere un attacco cardiaco o un ictus.
Le sostanze pro-infiammatorie prodotte dalle cellule endoteliali danneggiate vengono diffuse in tutto il corpo, proprio attraverso il flusso sanguigno. I batteri parodontali nel sangue causano una risposta infiammatoria generalizzata, che non fa altro che far progredire l’arteriosclerosi.
DIABETE. La reazione infiammatoria generalizzata generata dai batteri della parodontite riesce anche ad influenzare la regolazione degli zuccheri nel sangue dove, con alta glicemia, si ha la reazione del pancreas che produce l’insulina per abbassarla. Normalmente, dei recettori dell’insulina nel sangue vi si legano quando questa appare nel torrente circolatorio. Tale legame è necessario affinchè gli zuccheri vengano trasportati all’interno delle cellule. Gli zuccheri presenti nel torrente circolatorio dopo un pasto vengono così assorbiti dalle cellule, dove sono utilizzati per produrre energia, oppure immagazzinati, facendo di conseguenza ridurre la glicemia. In presenza di infiammazione generalizzata, si formano sostanze che interferiscono con questo meccanismo, riducono o inibiscono la capacità di legame con l’insulina diminuendo l’ingresso di zuccheri nella cellula e mantenendo così alta la concentrazione di glucosio nel sangue. Le sostanze pro-infiammatorie prodotte durante la parodontite sembrano avere un ruolo speciale: una condizione di parodontite severa può causare elevati livelli di glicemia, anche in assenza di diabete, portando alla condizione nota come “insulino-resistenza”, in cui le cellule non rispondono più ai messaggi. Quando il diabete è già presente, la parodontite causa un’ulteriore difficoltà nella regolazione della glicemia, aumentando cos’ il rischio di complicanze a lungo termine, soprattutto a livello renale e cardio-vascolare. Di rimando, la condizione stessa di diabete è in grado di aggravare la parodontite: in questo contesto giocano un ruolo importante composti di zuccheri e proteine. Lo zucchero presente nel sangue, per esempio, si lega all’emoglobina nei globuli rossi, che trasportano l’ossigeno: il composto che ne deriva, l’emoglobina glicata, ha un’importanza fondamentale per la diagnosi e la terapia del diabete.
Se la glicemia rimane alta, anche altre proteine ematiche cominceranno a legare gli zuccheri in eccesso, portando a ciò che chiamiamo A.G.E. (Advanced Glycation End products) e che promuovono situazioni infiammatorie, proprio come la parodontite. Gli A.G.E., per esempio, legano tra loro le fibre collagene del tessuto connettivo, rendendone il rimodellamento più difficile e interferendo con il processo di guarigione delle ferite in generale e in particolare delle mucose orali. Gli A.G.E. sono riconosciuti dai globuli bianchi e dalle cellule delle pareti vascolari, che producono sostanze messaggere pro-infiammatorie; questi messaggi richiamano altre cellule infiammatorie, disturbando così la ferita che sta guarendo e aggravando la condizione di parodontite.
La ricerca ci mostra come la parodontite, il fumo, la pressione alta e alti livelli di grassi nel sangue rappresentano fattori di rischio per malattie cardiovascolari. Nel caso del diabete, le due patologie possono amplificarsi a vicenda. Il successo nella terapia parodontale, perciò, può migliorare non solo la salute orale, ma anche quella generale; ciò è particolarmente vero per le alterazioni dell’endotelio vascolare, che costituiscono il primo gradino verso l’arteriosclerosi e che tendono a guarire in seguito a terapia parodontale. In molti casi il successo di tale terapia migliora la glicemia e la concentrazione di grassi ematici. La chiave del successo è la riduzione delle sostanze pro-infiammatorie dentro il torrente circolatorio, un passo molto importante per opporsi al circolo vizioso infiammatorio nel nostro organismo.