Chirurgia Biologica
Un "focus" dentale è definito come un'area in qualsiasi punto della bocca, che si tratti di un dente o di un sito di estrazione, che è cronicamente irritato e / o infetto
La decisione di estrarre un dente è molto importante e permanente. Richiede la partecipazione attiva del paziente, del medico / professionista olistico e del dentista biologico. Se l'estrazione del dente (o la chirurgia di un precedente sito di estrazione) è ritenuta necessaria, le possibilità di un risultato positivo aderendo strettamente ai protocolli di chirurgia pre e post-cavitazione sono decisamente superiori.
Cavitazioni
Definiamo “cavitazione” una cavità che persiste nell’osso in corrispondenza del sito di estrazione o anche in aree lontane dal sito stesso ma dove è migrato il processo degenerativo
Un dente del giudizio impattato, per esempio, può non mostrare sintomi e quindi essere silente, ma fungere da campo di disturbo, tanto da sostenere un'infiammazione alla spalla omolaterale e fastidi intermittenti al cuore e palpitazioni.
Chirurgia approccio Bio
Queste "infezioni focali dentali" possono includere denti del giudizio inclusi, denti del giudizio (e altri) estratti in modo incompleto, canali radicolari infetti, impianti dentali infetti e denti necrotici (per otturazioni profonde, corone o traumi fisici). Ciò che rende le infezioni dentali focali, croniche e così particolarmente difficili da diagnosticare è il loro relativo silenzio in bocca. Cioè, a differenza di malattie acute come le infezioni alle orecchie che possono sembrare piuttosto ardenti e calde, in genere i focolai dentali "bruciano" per anni, manifestando solo sintomi lievi e intermittenti di dolore e gonfiore.
In realtà, come ben dimostra la letteratura in proposito, il focus dentale diventa la fonte di disturbo a distanza per organi e apparati a lui collegati da un punto di vista energetico: negli anni 50 il prof. Voll, un medico tedesco, ha mappato e pubblicato tutti collegamenti esistenti tra le varie aree del nostro corpo, proprio misurandone la conduttanza elettrica. Ne emerge una mappa molto interessante che guida il chirurgo olistico nel mettere in collegamento sintomi spesso ritenuti scollegati tra loro ma in realtà riconducibili alla stessa origine.
Definiamo “cavitazione” una cavità che persiste nell’osso in corrispondenza del sito di estrazione o anche in aree lontane dal sito stesso ma dove è migrato il processo degenerativo.
La lesione focale a livello orale richiede la sua rimozione chirurgica soprattutto quando si trova a livello osseo: dagli studi del dr. Lechner, tedesco di Monaco, uno dei maggiori esperti in cavitazioni, emerge quanto sia subdola la lesione ossea perché spesso invisibile con una semlice radiografia ma riscontrabile se si esegue una TAC. Si tratta infatti istologicamente di una lesione del tipo “degenerazione grassa”, dove l’osso viene sostituito da materiale infiammatorio e in degenerazione, capace di mantenere in allerta il sistema immunitario e di disturbare a distanza da un punto di vista energetico. Non è rara l’eventualità della scomparsa di alcuni quadri sintomatici in aree distanti dalla bocca, dopo l’eliminazione di un’infezione a livello delle ossa mascellari.
Se per la diagnosi ci si affida alla TAC, la terapia richiede fondamentalmente un buon rispetto dei protocolli chirurgici a livello osseo e una buona disinfezione, per chi ce l’ha a disposizione anche dell’ozono per ottimizzare l’eliminazione del tessuto osseo in necrosi.